Ecosistemi da proteggere o finanziare? Degli scout a San Rossore

Qualche sera fa mi sono fermata a Marina di Vecchiano per un frittino. Andando via il cameriere ci ha detto che tra le frasche dietro il ristorante c'erano i cinghiali. Siamo corsi a vedere lo spettacolo affascinante di tre cuccioletti bellissimi e scorrazzanti insieme alla loro madre guardinga e gigantesca e siamo rimasti pochissimo per non stizzirla ulteriormente.
Seppur breve, l’incontro è bastato a farmi pensare alla fortuna che abbiamo noi pisani a vivere così vicino a un parco naturale.

Ed è anche il momento in cui mi è venuto in mente che non ho scritto niente sulla questione degli scout a San Rossore (lasciamo stare che sono 4 mesi che non scrivo niente: prima o poi vi dirò perché).


Inquadriamo il problema


Il parco naturale di San Rossore inteso in senso stretto, ovvero quello che nella maggior parte dei giorni è chiuso per i comuni mortali, è stato scelto dalla dirigenza scout dell'Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani (agesci - la principale associazione scout italiana) come luogo del campo fisso della Route Nazionale.
Per 4 giorni, dal 6 al 10 agosto 2014, circa 35mila ragazzi tra i 16 e i 21 anni campeggeranno nel parco, con le loro tende, gli zaini, i pasti, i bisogni e i laboratori.

L'evento sarà grandioso, pare che il 9 arriverà anche il papa compagnone e voci di corridoio narrano di un laboratorio tenuto da Don Zauker dal titolo "di moccoli è lastricata la route della salvezza" (... questo me lo sono inventato ma sarebbe bello).

Da quando si è appresa la notizia è in atto una mobilitazione di intellettuali locali e non che sostengono che l'ecosistema del parco non reggerebbe tale mole di persone. Una polemica che porterà a ben poco, visto che quando una macchina così è partita, tornare indietro è praticamente impossibile.   

Ignoriamo le polemiche istituzionali (pare che l'ok l'abbia dato la regione e non il parco) e le battute sugli appoggi politici (l'agesci era già molto potente senza bisogno di Renzi) e concentriamoci solo sui fatti.



Numeri e visione d'insieme


Ovviamente tutti gli accorgimenti per rendere minimo l’impatto sono stati presi. In un articolo della nazione si narra di un'unica striscia di tende, nessuna costruzione stabile, bagni chimici. Mi pare il minimo.
C'è però il fatto che io, che scout sono stata per parecchi anni (dei fratelli laici, minori e meno potenti), un campo con 40mila persone l’ho fatto. Non perdo tempo a dirvi quanto spazio occupavamo, vi lascio direttamente una foto ;).
Il World Scout Jamboree del 2011 in Svezia - circa 40mila persone 

Scout, turisti, persone. Gli incivili sono ovunque


Ammettiamo che ogni singolo partecipante sia integerrimo e si comporti come la più proba delle giovani marmotte, solo respirando e scoreggiando, una tale mole di persone creerebbe qualche interferenza nella biodiversità del parco.

Poi se ci aggiungi che in Italia gli incivili si nascondono ovunque (anche agli scout), l'impatto ambientale ci sarà, sarà grosso e sarà inevitabile.


Detto questo non possiamo nemmeno negare l'effetto devastante delle migliaia di beceri turisti che il primo maggio invadono il parco con le loro macchine, seggioline, coperte e sigarette.

In conclusione: qual è lo scopo del Parco?


Insomma quello che penso è che il parco, se è nato per mantenere intatto un patrimonio ecologico, deve tutelarsi dagli scout come dai turisti; se invece ha cambiato ragione sociale e deve farsi pubblicità allora meglio gli scout dei gitanti della domenica.


Chiudo facendo presente che nel 2006 noi abbiamo chiesto l'autorizzazione per piantare 10 tende per due notti e non ci è stata data perché piantare le tende era vietato dal regolamento del parco! Forse 10 son vietate, ma 9.000 no! ;)

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