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Tempo fa sono stata all'aperitivo per la presentazione del progetto paginaQ e sono rimasta folgorata. Non solo dalla libreria Ubik, che non conoscevo e che ha finito per affiancare Fogola nel mio Natale last-minute, ma dal progetto in sé.


Cinzia, Francesca, Matteo e Rocco (due giornaliste, un grafico e un pubblicitario) hanno deciso di aprire un nuovo quotidiano online su Pisa, perché, scrivono, sono "convinti che la nascita di un nuovo giornale possa influire positivamente sulla crescita della città e dei suoi cittadini".

Parleranno di tutto, faranno inchieste, metteranno in luce i problemi, ma anche le nuove e belle iniziative che troppo spesso vengono ignorate.
Condivido questi propositi (non solo perché so che su paginaQ potrò trovare ottimo  materiale per sempre nuove polemiche) quindi ho deciso di sostenerli e di convincere anche voi a farlo.

Per farlo, però, è meglio farvi raccontare qualcosa direttamente da loro. Eccovi quindi la prima, ufficiale, intervista di Fai Ammodino!

Le vostre storie personali: da quali esperienze venite? Come vi siete incontrati tra voi 4? Vi siete cercati per questo progetto o vi conoscevate prima e di conseguenza vi è venuto in mente?

Cinzia e Francesca, che poi saranno le redattrici, vengono da esperienze simili: laurea a Pisa (filosofia l'una, storia dell'arte l'altra) e anni passati a coltivare faticosamente il mestiere del giornalismo, arrotondando lo stipendio nelle cucine di vari ristoranti pisani. Passando tirocini, stage, collaborazioni con diverse testate, si sono incontrate e conosciute durante il loro lavoro a Pisanotizie.it.
Matteo è un grafico, milanese e calcesano di adozione, con una passione per la fotografia e la musica antica. Mentre Rocco, il più grande dei quattro ma non il più saggio come sottolinea lui stesso, ha studiato informatica a Pisa  e vive di comunicazione da oltre 25 anni; attualmente si occupa di web marketing come consulente.
Ci conosciamo da diversi anni e durante un pranzo sui monti pisani abbiamo pensato che le nostre diverse competenze potessero essere un giusto ingrediente per dare avvio a questa avventura.


Perché pensate che, proprio a Pisa, serva un altro giornale? In fondo ci sono già il Tirreno e la Nazione a coprire il territorio.

La campagna su Eppela è nata non solo per raccogliere una base economica che ci consentisse di sostenere le prime spese (costituzione della cooperativa editoriale, registrazione in tribunale e spese di burocrazia varia), ma anche perché abbiamo pensato che fosse uno dei modi per verificare quanto in città si sentisse l'esigenza di un nuovo quotidiano.
La risposta che stiamo ricevendo è molto calorosa. Immaginiamo perché la nascita di un nuovo soggetto di informazione sia avvertita come una ricchezza aggiunta. E questa in effetti è stata l'idea alla base del progetto di paginaQ. 
Il nostro è non solo un tentativo di allargare i punti di vista sui temi principali che riguardano Pisa e la provincia, ma anche quello di diversificare i temi trattati cercando di dare voce e spazio a esperienze, notizie e curiosità che raramente trovano spazio altrove.

Visto che avete iniziato con una campagna di crowdfunding, pensate di continuare a coinvolgere i vostri potenziali lettori? Come?

Avviare una campagna di crowdfunding ha significato coinvolgere le persone nella fondazione di un giornale. È una scelta da cui non crediamo si possa tornare in dietro. E neppure vorremo farlo! La sfida sarà tenere un dialogo il più possibile costante con i nostri lettori, non solo attraverso le pagine del giornale, che saranno commentabili, e i social network, ma anche attraverso l'incontro nel senso tradizionale del termine. In questo siamo molto tradizionaliste: crediamo che i contatti, la comprensione delle reali problematiche e delle esigenze di  un territorio passino attraverso l'incontro con le persone. Un passaggio fisico che sarà facilitato dall'aver scelto come sede della nostra redazione una libreria, Ubik, nel pieno centro di Pisa, dove i nostri lettori potranno trovarci e viceversa.

Perché creare un giornale di questi tempi in cui i giornalisti vengono denigrati sempre più? 
(lo so che sembra una domanda retorica e anche un po' faziosa. Ma ve la faccio lo stesso...) 

La classe giornalistica è denigrata a partire da motivi spesso ragionevoli: conflitti di interesse, faziosità, imprecisione, scarsa deontologia professionale e così via. Ciò ovviamente non significa che il mestiere di chi fa informazione abbia perso la sua ragione d'essere, al contrario, probabilmente questa ragione è solo offuscata dalla brutta reputazione di pochi. Ma non è un problema solo nostro: avvocati, politici, assicuratori, banchieri se la passano forse meglio? E non esistono forse anche fra loro esempi virtuosi? 
Diceva Kafka: “Nella lotta fra te e il mondo, scegli il mondo”, vale a dire scegli la vita e agisci con coraggio. Ecco, per noi questo motto è valido. 

A quali modelli di giornale vi ispirate?

Che domande! Ovviamente il Guardian, Liberation, Mother Jones, Yes magazine, Die Taz, Independent, Internazionale, il Post. Insomma, giornaletti di provincia nati come noi con pochi spiccioli...Scherzi a parte, prendiamo il meglio da ciascuno di questi modelli e proviamo a riadattarlo alla nostra realtà. Sicuramente fra i giornali locali guardiamo con molto interesse Varesenews, che nel mondo “glocal” è un punto di riferimento importante, sia come modello di sostenibilità economica che di qualità giornalistica. Tra i quotidiani toscani ci piace Valdarnopost; mentre Pirati e Sirene e Te la do io Firenze, sono magazine ma rappresentano un buon modo di essere presenti sul web. La nostra ambizione è che paginaQ riesca a sintetizzare gli aspetti migliori di tutti i modelli sopracitati, esprimendo al contempo la propria identità e unicità. Un passo alla volta cercando sempre di dare il meglio di noi.  


A questo punto spero che vi siate convinti a contribuire anche voi.
Come?
È semplice:
- Prima di tutto capite cos'è il Crowdfunding (potete leggerlo su wikipedia o chiedere a qualche politico pd che ora pare vada tanto di moda anche per loro).
- Poi andate sulla pagina del progetto paginaQ sulla piattaforma Eppela, guardate il video, leggete il testo e le ricompense.
- A questo punto scegliete quanto versare (si fa con carta di credito e i soldi ve li leveranno al momento della scadenza SOLO se il progetto ha raggiunto la quota che si era prefissato).

Al momento in cui scrivo, a paginaQ mancano 1.205 € che alla fine sono 10 euro da parte di 121 persone, o 25 € da meno di 50: non è moltissimo, soprattutto se consideriamo che si tratta di buona, corretta e libera informazione da parte di persone qualificate e serie.

E poi io voglio la borsina, quindi donate, donate e donate!

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