Un'estranea in città

Ogni tanto penso di essere una che si è appena trasferita in città. Invece a Pisa ci vivo da trent'anni.

"Ma perché mai?" chiederanno i miei piccoli lettori.

Sarà perché ho sempre lo stesso gruppo di amici da quando ero adolescente? O perché amo passare le mie serate e le mie domeniche sul divano e quando non ci sto è perché sono da qualche altra parte del mondo?

Può essere, ma credo che la ragione sia anche un'altra: ovvero che questa città ha mille anime.

"Come tutte le città", diranno i miei piccoli lettori.

Eh, no. Perché Pisa ha pochissimi abitanti che comunque si dividono in svariati gruppi. E da questa momentanea analisi, lascio per un attimo da parte migranti e studenti, che popolano e vivono la città, ma di cui vorrei parlare meglio altrove.

Bandiera di Pisa sul Lungarno
Dicevo: i pisani si dividono in molte comunità.


Quando ero una ragazzina c'erano "I pottini della Borsa" e "Gli alternativi di Piazza Garibaldi". Crescendo, chi è rimasto, si è evoluto nei vari gruppi sopracitati e sono rimasti tutti (e ognuno con i suoi luoghi) estranei gli uni agli altri.

Stencil su un muro pisano
Però, mentre mi sento un'aliena e penso che molti mi leggeranno così, penso anche che questa cittadina ci accomuni tutti, nel bene e nel male. Che le rotonde disegnate da Topo Gigio siano rischiose per chiunque; che i Lungarni chiusi a orari variabili nelle sere d'estate ma non solo, creino confusione nella mente di tutti; che le cacche dei cani con proprietari incivili incontrino le scarpe di ognuno.

Insomma, qui vorrei parlare di questo genere di cose e se ogni tanto sarò un po' più settaria, vi prego di non volermene.

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